Sempre più spesso gli studi di architettura ricorrono al fotoinserimento 3D per ricreare la stessa situazione di luminosità e la stessa angolazione di ripresa della fotografia, ma anche per predisporre dell’idonea documentazione da allegare alla relazione paesaggistica.
Alla luce dell’attuale scenario contestuale connotato da clienti sempre più esigenti, riduzione del budget e dai tempi di consegna sempre più “ristretti”, gli architetti ricorrono sempre più spesso al rendering.
Sembra banale, ma in un progetto di Interior design o di ristrutturazione o di costruzione ex novo di un immobile o di un edificio incide il costo delle foto che devono essere utilizzate per il fotoinserimento.
Fotoinserimento 3D: la soluzione “smart” per realizzare foto ad hoc
Spesso e volentieri per gli studi di architettura, il budget a disposizione per realizzare un progetto non permette di impiegare un fotografo. Per questo, il fotoinserimento 3D può essere la soluzione “smart” per realizzare contenuti fotografici che, oltre a semplificare il lavoro, aiutano ad affinare il rendering per un fine più emozionale. Infatti, in architettura, ricreare la stessa angolazione di ripresa della fotografia e la stessa situazione di luminosità non è un’impresa facile.
Il fotoinserimento 3D aiuta a completare efficacemente l’immagine virtuale del progetto, oltre a consentire all’Architetto di procedere ad una valutazione dell’impatto ambientale, specie se si realizzano progetti di residence di grandi dimensioni.
Fotoinserimento 3D: passaggi chiave
Come disporre di un buon fotoinserimento 3D? Quali sono i passaggi chiave?
- Ricreare la stessa illuminazione presente nella fotografia
Prima di applicare i materiali è necessario creare la stessa illuminazione analoga a quella “catturata” dagli scatti e ricreare ad hoc le stesse zone d’ombra. L’utilizzo di mappe HDRI (mappe ambientali in alta risoluzione) consente di ottenere la stessa luminosità generale per restituire la medesima atmosfera presente negli scatti fotografici.
Si tratta di tecniche di illuminazione che devono integrarsi affinchè le fonti di luce si vadano a sommare per ottenere un risultato ottimale.
- Angolazioni di ripresa
È importare impostare, all’interno del software utilizzato dal renderista, l’esatta posizione dei punti di vista ovvero le angolazioni individuate nelle fotografie.
Bisogna notare che, spesso e volentieri, è lo stesso Architetto ad eseguire personalmente gli scatti, in modo tale da definire immediatamente, in base alle sue esigenze, l’inquadratura.
Per questo, gioca un ruolo determinante la sua preparazione e la sua esperienza anche riguardo al saper scattare ad hoc una fotografia. Ciò permette di posizionare più precisamente la camera di ripresa e di ottimizzare il risultato finale.
Una volta renderizzata la scena 3D, devono essere apportate tutte le modifiche volte ad integrare il rendering con la foto, in modo tale da ottenere un risultato omogeneo nella composizione finale.
Occorre procedere con il “ritocco” delle caratteristiche cromatiche del rendering per bilanciarlo con il resto della fotografia. È necessario infondere una struttura quanto più architettonica alla fotografia.
Diventa pertanto importante per un Architetto disporre di un fotoinserimento 3D eseguito ad hoc per mostrare al proprio committente la fotografia reale di ciò che sarà il progetto. Inoltre, lo stesso cliente può sentirsi parte integrante ed essere coinvolto durante gli step di esecuzione del progetto architettonico.